Aumento della pubblicità su YouTube: un bene o un male per i Marketers?

Se siete degli assidui fruitori di YouTube, avrete sicuramente notato che negli ultimi tempi la piattaforma ha aumentato la frequenza e la durata degli spot pubblicitari che interrompono i vostri video preferiti. Addirittura, spesso vi ritrovate a dovervi sorbire due o più annunci consecutivi, senza la possibilità di saltarli dopo pochi secondi… che oltraggio! 😱 E se pensate di sfuggire alla pubblicità cambiando video, vi sbagliate: anche lì vi aspetta un altro carico di spot! 😈 Non c’è via di scampo… o almeno, non gratis!

Insomma, a primo acchito, sembrerebbe che YouTube abbia deciso di trasformare il suo sito in una sorta di televendita online, dove il contenuto è solo un pretesto per farvi vedere la pubblicità. Leggende urbane narrano che qualcuno tra gli utenti più incavolati, per esprimere il proprio insostenibile disagio, stia addirittura coniando nuove parole per elaborare vigorosi insulti da scagliare contro famoso “tubo” di internet! 🤫

Quali saranno le conseguenze per i Marketers?

A fronte di un’analisi superficiale, potrebbe sembrare che questa situazione torni a vantaggio di chi si occupa di marketing digitale; in fondo più tempo dedicato alla pubblicità sulla piattaforma, significa più probabilità che i propri spot vengano trasmessi durante la riproduzione dei video più visti dagli utenti.

Ma è davvero così? O, quantomeno, possiamo esserne certi senza valutare altre possibili conseguenze?

In primo luogo, farebbe comodo sapere quale è il reale motivo di questo aumento della pubblicità su YouTube, quale è lo scopo finale della storica piattaforma di Internet.

Se c’è una cosa che noi “addetti ai lavori” possiamo pressoché dare per scontato, è che, quando si parla di colossi del genere (lo sapete, vero, che YouTube fa capo a sua maestà Google?), non si parla di poveri fessi. La grande “G”, ha certamente dei piani e degli obiettivi; e sa bene quello che sta facendo e perché lo sta facendo.

Ma a noi “comuni mortali”, potrebbe non essere così chiaro il suo fine ultimo. Google sta cercando di aumentare gli introiti derivanti dagli inserzionisti, o vuole spingere i suoi utenti non abbonati a sottoscrivere i suoi servizi a pagamento, YouTube Premium, YouTube Music e YouTube TV? 🤔

Secondo un recente articolo di Variety, nel quarto trimestre del 2023, gli introiti derivanti dalle campagne YouTube Ads e Google Display, entrambe responsabili di tutte quelle interruzioni che generano malcontento tra gli utenti in cerca di intrattenimento visivo gratuito, hanno superato i 9 miliardi di dollari, una crescita del 15,5% su base annua. Anche la suite di servizi di abbonamento di YouTube, nel 2023, è risultata in crescita, generando entrate per ben 15 miliardi di dollari, come riportato dal CEO di Google Sundar Pichai che ha aggiunto: “YouTube è il motore principale dei nostri ricavi da abbonamenti”. Alle porte del 2024, infatti, il numero degli abbonati in tutto il mondo ha superato la soglia dei 100 milioni. Un numero significativo, ma ancora lontano da quello di altri servizi a pagamento come Netflix o Prime Video. E magari alla grande “G” questa cosa proprio non va giù! 😤

A cosa sta mirando, dunque, il gigante tecnologico della Silicon Valley?

Sapete che c’è? In fondo, noi crediamo che la risposta potrebbe non fare molta differenza per i Marketers; e che, sia in un caso che nell’altro, le prospettive potrebbero avere dei risvolti negativi per chi investe in pubblicità online.

L’esperienza degli utenti “free” è innegabilmente peggiorata a seguito dell’aumento della pubblicità su YouTube, su questo non ci piove. Se la piattaforma dovesse perseverare in tal senso, o addirittura optare per un ulteriore incremento delle Ads, non è da escludere che la cosa potrebbe comportare due differenti reazioni da parte del suo pubblico: Il semplice abbandono della piattaforma a favore di social o altri siti di intrattenimento video, o l’effettivo passaggio a Premium (in fondo il costo dell’abbonamento mensile è più o meno equivalente a quello di una pizza e una birra!).

Sta di fatto che, in entrambi gli scenari, i video promozionali tanto cari ai brand che investono in campagne di marketing online, sarebbero visti da meno utenti e quindi produrrebbero meno lead e conversioni! Cosa non da poco, considerato l’impatto che per molte aziende comporta questo genere di advertising!

Non solo, anche tra gli utenti che resterebbero fedeli al Tubo, probabilmente più fortemente attratti dalla gratuità dei contenuti che dalla prospettiva di godersi un bel video in santa pace e senza interruzioni, potrebbe verificarsi il cosiddetto fenomeno della “ad blindness”, ovvero la tendenza ad ignorare, consciamente o inconsciamente, gli annunci pubblicitari, resi inefficaci dalla loro stessa sovrabbondante presenza, che non permette più di distinguere una promozione interessante da qualsiasi altro tentativo di vendere immondizia perpetrato da mercanti di fumo.

Ma in fondo, in questa sede e da questa posizione, non possiamo che abbandonarci a speculazioni ed illazioni, magari i piani di Google son tutt’altra cosa e a noi poveri illusi non è dato sbirciare dalla sua serratura per comprenderne la grandezza. In fin dei conti noi siamo solo un’agenzia di marketing fatta di persone comuni (e quindi anche utenti di YouTube), che vogliamo saperne di queste cose? 😅

Condividi questo articolo

Potrebbe interessarti

Questo articolo ha un commento

  1. Nando Gisone

    Mamma mia, sta diventando una cosa impossibile tutta sta pubblicità sul tubo. stanno esagerando! credo che ci rimetteremo anche noi marketers alla fine, perché tutti passeranno a premium o manderanno a quel paese youtube.

Lascia un commento